sabato 2 giugno 2012

MUSEO MINERALOGICO CAMPANO..UN MUSEO CHE RESTA NEL CUORE!

Geode di calcedonio e cristalli di quarzo

 di Valeria Castellano
La penisola sorrentina è conosciuta soprattutto per le sue bellezze naturali, per le vie dello shopping e per l’artigianato, ma non tutti sanno che questi luoghi sono un’ottima meta anche per una vacanza culturale! Oltre ai magnifici reperti greco-romani, alle chiese che vedono alternarsi diverse epoche, in penisola sorrentina è possibile visitare musei davvero interessantissimi!
Oggi vi vorrei parlare di un museo che personalmente reputo davvero magnifico, il Museo Mineralogico Campano di Vico Equense. La prima volta che lo visitai è stata molti anni fa, andavo ancora al liceo e ricordo che ne rimasi estremamente colpita ed entusiasta.
Poco tempo fa ci sono ritornata, innanzitutto c’è da puntualizzare che il museo è stato recentemente  spostato in un’ala ristrutturata dell’ex Convento di SS. Trinità e Paradiso, un magnifico edificio settecentesco ubicato in una zona molto centrale e panoramica di Vico Equense.
Il museo è stato inaugurato nel 1992, è nato dall’esposizione della collezione privata dell’ing. Pasquale Discepolo, che ha raccolto e ricercato minerali per più di 50 anni. Dalla sua fondazione ad oggi la varietà e il numero dei minerali è aumentata moltissimo tanto da diventare oggigiorno uno dei musei scientifici più importanti della Regione Campania.
Entrando si rimane subito colpiti dall’elevatissimo numero di minerali esposti, disposti sapientemente in bacheche ai due lati della sala. Ogni bacheca raggruppa una tipologia di minerale o diverse forme che può assumere lo stesso, è sempre presente l’indicazione del nome e del luogo di origine. Non si deve essere esperti nel settore per rendersi conto che gran parte dei minerali esposti è di estrema bellezza e rarità! Colpisce molto vedere come lo stesso minerale assuma forme completamente diverse a seconda del processo di formazione, ad esempio si può ammirare un’intera bacheca dedicata al quarzo che assume decine di colori e forme diverse. Impressiona vedere come alcuni minerali, ad esempio un esemplare rarissimo di pirite, assumano forme geometriche quasi perfette, da sembrare lavorate dall’uomo.
Incisione rupestre di un'antilope
Uno dei pezzi più sconcertanti è un geode di calcedonio e cristalli di quarzo di notevoli dimensioni. Agitando questo minerale si vede perfettamente l’acqua fossile al suo interno risalente a circa 200 milioni di anni fa! Particolare rilievo hanno i materiali provenienti dal Vesuvio, tra cui troviamo dei lapislazzuli vesuviani rarissimi.
Dal 1997 è stata aperta anche la sezione dei fossili, una collezione interessantissima di fossili di vario genere, da trilobiti di diverse decine di centimetri ad ammoniti di varie grandezze e forme, troviamo inoltre numerosi fossili di felci, insetti, anfibi e resti di dinosauri con modelli in scala accuratissimi.  In particolare rilievo vi è la riproduzione fedelissima del dinosauro Scipionix Samniticus denominato “Ciro”.
Grazie alle donazioni del dott. Angelo Pesce dal 2003 è stata aperta la sezione paleontologica, nonostante sia la sezione più “giovane” a mio avviso è estremamente interessante, in essa sono conservati vari strumenti utilizzati dagli uomini primitivi in selce, opale e serpentino. Vi troviamo inoltre una meravigliosa e rarissima scultura rupestre raffigurante un antilope, una grossa zanna di mammuth e altri reperti che lasciano a bocca aperta!
Ogni anno, grazie alla cura e dedizione del direttore del Museo Mineralogico Campano il dott. Umberto Celentano, viene istituito il “Premio Capo d’Orlando” in onore della località vicana in cui sono stati ritrovati numerosi fossili del Cretaceo. Il premio vanta di un’albo d’oro di celebrità del mondo scientifico, come i Premi Nobel John F. Nash, Riccardo Giacconi, Harold W. Kroto, Paul J. Crutzen, James D. Watson, Tim Hunt, Paul Krugman.
Vi consiglio vivamente di visitare questo museo!

Foto di Giovanni Castellano

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